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Biografia

 

Giacomo Sferlazzo è un cantautore, cuntastorie, militante politico e artista poliedrico di Lampedusa.

Nasce fuori dall'isola, come tutti i lampedusani nati dopo gli anni settanta del novecento, ad Anzio (RM) il 20/05/1980 dove il nonno Giacomo "Iachino" Sferlazzo uno dei più grandi capitani di barche da pesca che ha lavorato in tutto il mondo, si era trasferito insieme alla famiglia.

 

Dei sette figli del capitano Sferlazzo solo Abele, il padre di Giacomo,  deciderà di ritornare e vivere a Lampedusa. La madre Caterina Rizzo ha lavorato come maestra elementare. Ha una sorella Rossella Sferlazzo pittrice e fotografa che vive e lavora a Lampedusa. E' sposato con Alessandra Balistreri ed hanno tre figli: Lorenzo, Abele e Nausicaa.

 

Fin da piccolissimo manifesta il proprio amore per l'arte, comincia prestissimo a dipingere e suonare la chitarra. Si diploma al Liceo Artistico di Palermo "Eustachio Catalano" nel 1998, nel 2004 approfondisce le tecniche di stampa artistica a Milano presso la stamperia di Daniele Upiglio. Parallelamente alla sua maturazione artistica cresce il suo impegno politico legato a temi come le migrazioni, la militarizzazione dei territori, le questioni ambientali, il lavoro sia in una dimensione locale che internazionale ma con una forte connotazione mediterranea. Aderisce alle idee del comunismo e dell'anticapitalismo ed è uno dei fondatori del collettivo Askavusa.

I suoi campi d'interesse e d'azione sono molteplici: dall'arte plastica, al cinema, alla musica fino alle recenti incursioni nel teatro popolare siciliano dell'opera dei pupi e del "cuntu".

Musica

Comincia a suonare la chitarra e scrivere canzoni fin dall'età di dodici anni. Nel 1997 a Palermo fonda il gruppo di musica/teatro Le piume di Piombo, dove suona la chitarra elettrica, insieme ad altri musicisti ed intellettuali siciliani, tra cui Gianpiero Caldarella con cui nascerà una profonda amicizia e molte collaborazioni. Si esibiscono in diversi locali di Palermo con uno spettacolo di musica-performance sulla guerra in Bosnia ed Erzegovina.

 

Nel 2005 ritorna a Lampedusa e collabora con la compagnia teatrale Il gabbiano di Giuseppe Balistreri per cui scrive le musiche dello spettacolo Cuntu e cantu la radica  sulla colonizzazione dell’isola di Lampedusa e il santuario della Madonna di Porto Salvo.

 

Nel 2007 realizza un cd demo con cinque brani, che la trasmissione Rai-Radiouno DEMO manda in onda e gli autori Renato Marengo e Michel Pergolani, affascinati dalla sua musica, gli dedicano una puntata speciale.

 

Nel settembre del 2008 è selezionato dal club Tenco per partecipare alla manifestazione Il club Tenco ascolta svoltasi a Provvidenti “Borgo della musica”.

Nel 2009 Incide il suo primo album Il figlio di Abele, composto da 11 brani inediti e interamente auto prodotto. Il disco riscuote un importante successo, al punto di aggiudicarsi il secondo posto nella quarta edizione del Premio Siae che si è svolta nel carcere borbonico di Avellino il 4 e 5 giugno del 2010 e il premio Best Song per il brano Lampedusa 24/01/2009, nell’ambito del Sele D’Oro ad Oliveto Citra. Il 7 gennaio del 2010 si esibisce all'Hope & Anchor di Londra.

Nel 2010 per il documentario Viaggio a Lampedusa di Giuseppe di Bernardo  vengono utilizzate le musiche dell'album Il figlio di Abele.

Tra iI il 2010 e il 2011 insieme a Gianluca Vitale, Ajad e Marc De Dieux  toccherà molte citta italiane con Giacomo Sferlazzo e i figli di Abele nel Pensando a Caino tour, tra cui il 9 novembre Milano presso la Fondazione Forma per la Fotografia in occasione  dell’inaugurazione di Immaginari di Confine, un progetto realizzato da Giuseppe Fanizza, Andrea Kunkl e Giorgia Serughetti tra Lampedusa, Ceuta e Lesbo. Viene presentato il video Immaginari di Confine, in cui è presente un’esibizione del cantautore dentro la Grotta del Santuario della Madonna di Porto Salvo di Lampedusa e un’intervista rilasciata dallo stesso.

 

 

Nel 2011 realizza il suo secondo album: Lampemusa, insieme al chitarrista Piergiorgio Faraglia e alla cantautrice Alessandra Parisi con la partecipazione di Gianluca Vitale e Ajad. L'album è composto durante il 2011 nel pieno dell'emergenza Nord-Africa a Lampedusa che trasformerà l'isola in un campo profughi a cielo aperto. Per il libretto dell'album collaborano i fotografi: Mauro Seminara, Riccardo Scibetta e Gianni Cipriano.  L'album contiene Io non ho paura uno dei brani più rappresentativi di Sferlazzo.

Nel 2013 comincia la collaborazione con il polistrumentista e produttore musicale Jacopo Andreini registrando il primo di sei album registrati insieme, dal titolo Quando sono assente mi manco, insieme a Piero Spitilli al basso e Claudia Cancellotti al violino. Il 28 luglio durante il concerto al carcere di Sollicciano di Firenze per la chiusura dell'11ma stagione Rai-Radiouno DEMO veniva premiato con il Demo Best Song Award per la canzone Io non ho paura.

 

A novembre del 2013 registra con Jacopo Andreini Nella pancia della Balena un progetto musicale/temporale/spaziale. L'album è stato registrato  all'interno di un edificio abbandonato a Lampedusa, nel novembre del 2013, seguendo la tecnica della stratificazione ideata dal duo Andreini/Sferlazzo. Si tratta di registrare diverse tracce in momenti diversi, senza ascoltare le precedenti, riportando i vari momenti temporali in un unico spazio sonoro, sovrapponendo le tracce senza tagli.

 

Nel 2014 si esibisce in diversi concerti tra cui il 24 Aprile in Val di Susa nel Salone polivalente di Venaus al termine della fiaccolata dei partigiani; al primo maggio di Zurigo dove è invitato anche come oratore sul palco della manifestazione politica organizzata dai sindacati svizzeri; al Teatro Paravento di Locarno; a Marsiglia alla Casa Consolatal CSO il Molino a Lugano (2014); al Malta Mediterranean Literature Festival; al Gorki di Berlino, a St. Pierre D’Entremont alla Salle Notre Dame dove con Marc Porcu (poesie) Dimitri Porcu (clarinetto) e Jacopo Andreini (bouzouki, percussioni, registrazione e mix) registra Nel ventre di St. Pierre suonando chitarra, marranzano, percussioni, voce.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Giacomo Sferlazzo

foto di Pino Berteli - 2014

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Giacomo Sferlazzo - Oliveto Citra - Premio Le Sele d'Oro - foto di Mica - 2010

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Piergiorgio Faraglia - Giacomo Sferlazzo - Alessandra Parisi - Roma - Teatro Valle Occupato - 2012

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Piero Spitilli, Claudia Cancellotti, Jacopo Andreini, Giacomo Sferlazzo - Nipozzano 2013 - durante le registrazioni di Quando sono assente mi manco.

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Copertina di Giostre per giovani vecchi 

di Caterina De Nisco

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Durante il primo maggio di Zurigo è presente Ro, un disegnatore svizzero che aprirà il suo racconto Zurich/Lampedusa proprio con l'esibizione di Sferlazzo.

Il racconto verrà pubblicato nel numero 122  del Marzo 2016 di Strapazin una rivista di fumetti Svizzera.

Nel 2015 continua la sua attività dal vivo esibendosi anche al Réfugiés de La Chapelle en Lutte a Parigi; al Centro Culturale Eugenio Curiel in Lussemburgo; a Bruxelles all'Èno Atelier; all'école Saint-Jean a Strasburgo con l'associazione Three Mothers Films et Caffé Italia Off; a Niscemi al Campeggio No Muos; ad Amsterdam al MixTree, a Bolzano alla Summer School Südtirol, organizza e partecipa insieme a Nicola Alesini (sax) e Andrea Marino (contrabasso) a Timpuni un concerto ai Cerchi di Pietra di Lampedusa all’alba del 26/09/2015. Il concerto è stato uno degli eventi del Lampedusainfestival 2015 in collaborazione con l'Archivio Storico di Lampedusa. Del concerto è stato registrato un live album. 

Nello stesso anno alcuni suoi brani vengono utilizzati per il documentario Lampedusa siamo noi di Manuele Mandolesi e Matteo Del Bò.

Nel 2016 registra Giostre per Giovani Vecchi: nove brani inediti con testi e musiche di Giacomo Sferlazzo che, oltre ad aver cantato, ha suonato la chitarra, il marranzano e lo xilofono. I musicisti che hanno suonato con lui e che hanno curato anche gli arrangiamenti sono Samuele Venurin (fisarmonica, chitarra elettrica, violino, tromba), Piero Spitilli (contrabbasso, basso elettrico) e Jacopo Andreini (batteria, oggetti, mandola, mandolino, sax contralto e baritono), quest’ultimo ha anche curato le registrazioni ed il mixaggio. Inoltre, Ruben Caliandro ha suonato la tromba in ‘Ciò che divide non son le divise’ e ‘Che smania di vivere ho’.

L'album è stato registrato in presa diretta presso la casa/laboratorio occupata il Melograno con alcune sovra incisioni fatte nello studio di Samuele Venurin a Ristonchi (Pelago).

Per il brano che apre l’album, Crisi di Mercato l’artista Emilia Badalà ha realizzato la parte sonora con una performance del suo lavoro Grammofon: dischi di vetro su cui sono incisi disegni e parole legate a paesaggi o ad eventi particolari. Successivamente i dischi sono fatti suonare su dei grammofoni, la puntina del grammofono scorre sui solchi grafici impressi nel vetro in modo tale che, il risultato sonoro, sia un suono a diversi ritmi che cambia a seconda del disegno dei solchi. Per Crisi di Mercato è stato inciso un disco di vetro con alcune frasi del brano. La performance si è svolta nell'ex manicomio di Volterra.

Per il brano Il poeta Benedetto, Giacomo Sferlazzo, ha usato l'opera Der Arbeitstag (La giornata di lavoro) dell'artista Leander Schwazer. L'opera è parte della trascrizione de Il Capitale di Karl Marx per Hollerith Punching Cards. Col semplice utilizzo di un carillon il testo viene trasformato in suono. Una composizione dadaista ha così fatto incontrare Karl Marx, Holleith e un carillon. Il testo completo del primo volume del libro di Karl Marx fa parte della collezione del Museo di Bolzano, dove una versione modificata e comandata da un motore la cui velocità dipende dal flusso del capitale, è in mostra a partire da marzo 2015. Per il brano è stato realizzato un video in collaborazione con Salvatore Billeci utilizzando la camera a 360°.

La grafica e i disegni del disco sono stati eseguiti dalla giovane illustratrice e storica d’arte Caterina De Nisco.

 

Con Veronica Citi realizza un documentario sull'album.

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Uno dei momenti della performance

dei Terra Terra  a Fosdinovo

guarda il video

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Nel marzo del 2016 con il Collettivo Askavusa in collaborazione con Mediterranean Hope e Diego Stanca organizzano una serie di improvvisazioni con ragazzi africani “migranti” presenti sull’isola realizzando un album dal titolo Movement. Tra i vari concerti si ricordano la partecipazione a San Remo al Premio Tenco all'ex chiesa di Santa Brigida, al centro culturale Mikelazulo ad Errenteria nei Paesi Baschi, al centro sociale Cox 18 a Milano. Invia una lettera aperta agli organizzatori del 1 maggio di Taranto dove critica la scelta di invitare l'allora sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini sul loro palco. Partecipa all'album Tajaliyat dell'Achref Chargui Trio recitando una sua poesia nel brano Dub el Tajaliyat.

Nel 2017 viene invitato ad esibirsi per i 45 anni di attività del centro di formazione e vacanze di Salecina a Maloja (Svizzera) con il cantautore di Basilea Aernschd Born e il 25 aprile a Fosdinovo dove il gruppo Terra Terra interpreta la sua poesia Nostra Signora delle coperte isotermiche;  al Rescursor d'Animaciç Intercultural di Barcellona (2017).

Partecipa con i Catacomb Trio: Giacomo Sferlazzo, Jacopo Andreini e Piero Spitilli, alla compilation Ball of Wax volume 48 registrando un'improvvisazione del brano Buttana di to mà di Rosa Balistreri per il progetto Ball of Wax Audio Quarterly del cantautore di Seattle Levi Fuller.

Nel 2018 esce Arrispigghiativi con cui riporta con forza nel presente la necessaria solidità di una tradizione musicale e artistica, quella popolare siciliana, che troppo spesso viene relegata ad un folclore che ne appiattisce ogni profondità storica e che la depura dal suo valore conflittuale.

 

Un disco che nasce nei suoni prodotti dal costante vento di Lampedusa, nel suo “azzurro dilatato” carico delle tensioni che si dispiegano nel contemporaneo. Lampedusa che cerca sua madre tra l'Africa e l'Europa e la riconosce invece nella Sicilia, sintesi e laboratorio di culture, avamposto militare dei vari imperi che si sono susseguiti, mitica e magica fin dalle sue origini. Una Sicilia che oggi con le sue basi militari come quelle di Sigonella e dell'impianto Muos è l'emblema della guerra disumanizzata del nuovo millennio, che un brano come “Ritmo rivoluzionario” racconta dal punto di vista dei militanti No Muos.

 

I suoni di strumenti popolari come il mandolino, il marranzano , la sciaramedda (la cornamusa siciliana), il “friscalettu” a volte tessono le trame che tengono tutta l'ossatura della canzone popolare tradizionale, altre volte si fondono con bassi e batterie elettroniche fino a divenire house music.

 

I testi rimangono fedeli al percorso di Sferlazzo che guarda in questo caso alla poesia di Ignazio Buttitta e ai lunghi racconti/canzone di cantastorie come Ciccio Busacca pur tenendo fermo il suo punto di vista di chi vive e affronta quotidianamente la frontiera. Il dialetto di Sferlazzo non è solo il siciliano ma è precisamente il lampedusano e nei suoi versi si può riconoscere il suono del mare, il lamento degli ultimi della terra e la gioia che porta una giornata di bonaccia dopo una tempesta. 

La copertina e la stampa per il CD vengono realizzati dall'artista catanese Alice Valenti e per ogni brano il disegnatore e attivista Fracesco Piobbichi ha realizzato un disegno.

Il disco viene dedicato a Pasquale De Rubeis "U Pachino" morto a Lampedusa nel 2016.

La copertina di Arrispigghitivi

realizzata da Alice Valenti

Album

 

2009 Il figlio di Abele 

2011   Lampemusa

2013  Quando sono assente mi manco

2016  Giostre per giovani vecchi

2018  Arrispigghiativi

2021  Marinmenzu

2013  Nella Pancia della Balena

2014  Nel ventre di Saint Pierre 

2015  Timpuni

2016  Movement

2016  Dub el Tajaliyat

2017  Buttana di to ma'

Partecipazioni

Videoclip

Arte

Sferlazzo sperimenta varie tecniche: pittura, foto, scultura, collage, disegno, video che spesso contamina tra loro. Nei primi anni novanta comincia a dipingere e disegnare partecipando ad alcune collettive con artisti lampedusani. Si diploma nel 1998 al Liceo Artistico di Palermo Eustachio Catalano. Organizza due personali a Lampedusa. Nel 2001 espone a Viareggio e Massa Carrara e collabora con la rivista Ellin Selae per cui realizza mille piccole opere, che usciranno nel numero 59 della rivista. Ogni numero di Ellin Selae, che esce in una tiratura di mille copie, contiene un’opera d’arte originale (e non una riproduzione seriale), numerata e firmata, realizzata da un artista contemporaneo. Nel 2004 segue il corso di "Comunicazione e stampa artistica" a Milano dove frequenta la stamperia di Daniele Upiglio e partecipa alla collettiva Segni nel tempo nella galleria Milarte. Si appassiona e studia  la pittura di Francis Bacon a cui dedica una serie di studi ad olio su tela e penna su carta.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nel 2005 realizza la sua prima opera, con alcuni oggetti di persone migranti trovate a Lampedusa  intitolata Verso Lampedusa.

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Il pinocchio di Carmelo Bene - Studio su Francis Bacon - Giacomo Sferlazzo -  olio su tela - 2006.

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Verso Lampedusa  -  Giacomo Sferlazzo  - tecnica mista -  2005 .

Dal 2009 con il collettivo Askavusa comincia a raccogliere in maniera sistematica gli oggetti appartenuti alle persone "migranti" di passaggio da Lampedusa, prevalentemente nella discarica dell'isola dove vengono ammassati i barconi utilizzati per la traversata del mediterraneo. Oltre alla conservazione e all'esposizione degli oggetti all'interno di PortoM, Sferlazzo comincerà una serie di installazioni ed opere utilizzando gli oggetti "migranti". Nel 2010 A Roma, al Museo Nazionale Preistorico Etnografico “L. Pigorini”  all'interno di “IDEE MIGRANTI” con la mostra  [S]oggetti migranti: dietro le cose le persone, dalle storie di migrazione del Novecento agli sbarchi dei migranti contemporanei a Lampedusa. La mostra ospitava due installazioni: “Viaggio ’39 / ’49 / 15.000k varsaviacortina” , a cura del Museo Ettore Guatelli di Ozzano Taro e  “La parola è bussola” , di Giacomo Sferlazzo e Costanza Ferrini in collaborazione con il collettivo Askavusa. Nel 2011 il regista italo-belga Fabrizio Basano  racconta il lavoro con gli "oggetti migranti" di Sferlazzo e Askavusa nel documentario “The Last Shore – Fino all’ultima spiaggia”.  Nel 2013 è invitato all'inaugurazione della mostra Wanderarbeit: Mensch - Mobilität - Migration che tratta di lavoro e immigrazione al The Lage Brickworks una delle sedi del LWL il museo dell’industria e del lavoro tedesco, in cui con il collettivo Askavusa partecipa con l'esposizione di alcuni "oggetti migranti" e tiene un concerto voce e chitarra, la mostra sarà itinerante in Germania fino al 2015. Nel 2014 con il collettivo Askavusa realizzerà un’installazione permanente al MAAM Museo dell’altro e dell’altrove di Metropoliz a Roma e una installazione alla Casa Consolat a Marsiglia , nello stesso anno espone a Fondo (Val Di Non).  La mostra è curata da Sara Covi e Michele Bellio in collaborazione con il collettivo Askavusa  e l’associazione culturale Archivio Storico di Lampedusa

Nel 2015 insieme al collettivo Askavusa espone a Zurigo alla Rote Fabrik in occasione del Lampedusainfestival a ZurigoNel 2016 viene invitato insieme al collettivo Askavusa da Lisa Regazzoni per la conferenza Passati senza traccia scritta al Goethe-Universität Frankfurt am Main, Deutsches Historisches Institut Paris,  dove oltre a intervenire sull'esperienza del collettivo Askavusa, realizzerà un'installazione con gli "oggetti migranti". Dalla conferenza Lisa Regazzoni realizzerà il libro Schriftlose Vergangenheiten. 

Nel 2016 Giacomo Sferlazzo partecipa alla mostra Welcome to the jungle che si è tenuta dal 25 marzo al 3 aprile 2016 a Romanville (Francia). L’opera esposta La gabbia della cultura è stata realizzata con un quaderno recuperato nel campo autogestito di Calais che Sferlazzo ha visitato insieme a Corine Pagny  (artista del collettivo Art in the jungle) Annalisa D’ancona (collettivo Askavusa) e il fotografo Albano Franzoso, con cui fanno visita anche al campo  Grande Synthe. Nel campo di Grande Synthe Sferlazzo suona insieme alle persone che vivono nel campo.

sopra: visita al campo Grande Synthe.

Il figlio di Abele
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