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storie  e memorie in mezzo al mare

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caratteristiche fisiche e geografiche

1.2 Caratteristiche fisiche e geografiche

 

Lampedusa misura circa venti chilometri quadrati, è larga, nella sua estensione massima, 11 Km (asse W-E) e, in quella minima, 3,7 Km (asse N-S). Nella forma è simile ad un triangolo retto allungato e le sue coste si sviluppano per circa 40 km. A me ha ricordato sempre una chitarra in mezzo al mare le cui corde sono suonate dal vento. Con una superficie di 20,2 km², è la quinta per estensione delle isole siciliane. E' posta tra i 35° 29’ 28’’ e 35° 21’ 39’’ di latitudine N e i 12° 30’ 54’’ e 12°30’ 54’’ e 12° 37’ 55’’ di longitudine E, più a sud di Tunisi e di Algeri. Sulle cartine geografiche, almeno in quelle scolastiche, siamo stati sempre fuori posto. Ricordo in prima elementare quando durante la lezione di geografia mi affannavo a cercare Lampedusa sulla cartina dell’Italia e non trovandola chiesi alla maestra: “Dov’è Lampedusa sulla cartina?” lei indico con l’indice, ben sotto il limite della cartina, un punto sul muro. Passai il resto della giornata a chiedermi come mai non eravamo nella cartina. Dopo il 1986 cominciai a vedere sulle cartine scolastiche un riquadro bianco spostato dalla reale posizione con dentro le Pelagie. La crisi tra Stati Uniti e Libia, con il presunto lancio di due missili da parte di Gheddafi su Lampedusa, portò una tale notorietà all’isola che non si poteva più fare a meno di segnalarla sulle cartine, anche se rimanevamo fuori posto: per fortuna o purtroppo ora eravamo visibili. Dalla costa Tunisina Lampedusa dista 115 Km, da quella Siciliana 195, da Pantelleria 141 e da Malta 150 Km. Geograficamente è la zona più meridionale d’Italia, ma non d'Europa: è l'isola greca di Gavdos il punto più meridionale d'Europa, essendo situata a 34° 48' 07" di latitudine N. Lampedusa non è neanche il punto europeo più vicino all'Africa: in Italia è più vicina Pantelleria che dista soli 70 Km dalla Tunisia e, in Europa, sono molto più vicine al continente africano Gibilterra e Tarifa, quest'ultima distando appena 14 Km dal Marocco. Lampedusa fa parte della placca africana insieme all'isolotto di Lampione, il loro sollevamento risale a circa due milioni di anni fa, mentre Linosa è di origine vulcanica. I fondali marini che separano Lampedusa dall'Africa raggiungono appena i 100 m di profondità, a differenza di quelli che separano Lampedusa dalla Sicilia che raggiungono anche i 1600 m; questo fa supporre che nel periodo pontico pliocenico Lampedusa fosse collegata all'Africa e che si sia staccata dal continente a seguito dell'ultima glaciazione.

Lampedusa, Linosa e Lampione formano l'arcipelago delle Pelagie (in greco “Pelahiè”, ovvero “Isole dell'alto mare”) e danno vita ad un unico comune della provincia di Agrigento, che conta complessivamente 6.304 abitanti, “la popolazione dell'isola risulta essere relativamente giovane rispetto al resto d'Italia: infatti l'incidenza percentuale della popolazione ultrasettantacinquenne è molto bassa”1. Lampione si può vedere da Lampedusa ad occhio nudo e dista 18 Km, Linosa può essere vista solamente con alcune condizioni climatiche favorevoli e dista 45 Km. La densità abitativa risulta essere 243,86 ab/km², al di fuori della stagione turistica che vede il numero di abitanti dell'isola aumentare in maniera esponenziale rispetto al resto dell'anno. Il punto più alto si trova ad Albero Sole (133 m s.l.m.).

 

L’isola si presenta come un piatto tavolato roccioso, leggermente inclinato in direzione SE, privo di copertura vegetale e fortemente eroso dall’azione dei venti e dei dilavamenti, con un paesaggio interno paragonabile alle aree desertiche del Nord Africa. Questa uniformità è interrotta a meridione da alcuni profondi valloni idrografici.[...] Si tratta di incisioni lunghe da 400 m a 1.560 m, con un aspetto simile a quello degli “uadi” africani, che sboccano a mare formando splendide insenature sabbiose (le spiagge dell’isola dei Conigli, di Cala Pulcino e di Cala Galera) o suggestive valli sospese. La costa settentrionale e parte di quella occidentale (nel tratto compreso tra Punta Ponente e l’Isola dei Conigli) si presenta con imponenti falesie stratificate che scendono a picco sul mare o con ripide scarpate, mentre a sud (a partire da Cala Galera) la costa si distende dolcemente verso il mare, articolandosi in baie, cale ed insenature con il caratteristico andamento a “rias”. 2

Geologicamente Lampedusa è formata da depositi calcarei risalenti al miocene medio-superiore e in prevalenza si riscontrano due tipi di roccia: il calcare (carbonato di calcio) e la dolomite (carbonato di calcio e magnesio). Sono presenti strati di pietra arenaria che con l'azione degli agenti atmosferici divengono porosi e tendono allo sfaldamento. Il clima è mediterraneo con tendenza al clima desertico, di solito le estati sono calde e molto asciutte e gli inverni miti e relativamente piovosi, le precipitazioni si attestano in media tra i 300 e i 350 mm annui. I tassi di umidità relativa sono mediamente elevati, tra il 74 e il 78% per l'intera durata dell'anno, soprattutto nei mesi invernali mentre sono più bassi con le più elevate temperature estive. Sull'isola si ricorda una forte nevicata nel 1942, altre meno significative nel 1913, 1915, 1956 e 2014. I venti spirano tutto l'anno e influenzano il clima dell'isola3, il suo paesaggio e il carattere degli isolani.

 

 

Ventu è un brano dell’autore pubblicato nell’album Arrispigghiativi – 2018.

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1G. Di Matteo, Turismo e immigrazione. Lampedusa come laboratorio di sostenibilità sociale, Tesi di Laurea, Università degli StudimCa Foscari di Venezia, A.A. 2015/2016, p. 19.

(http://dspace.unive.it/bitstream/handle/10579/9753/855435-1200030.pdf?sequence=2)

2 Legambienteriserve.it: http://www.legambienteriserve.it/isola-di-lampedusa-2/.

3Cfr. C. Corti, P. Lo Cascio, M. Masseti, S. Pasta (a cura di), Storia naturale delle isole Pelagie, Edizioni L'epos, Palermo 2002, p. 17: «nel corso degli studi anemologici condotti a Lampedusa, Fantoli [cfr. A. Fantoli, Climatologia, in E. Zavattari et alii (Eds.), Biogeografia delle Isole Pelagie, «Rend. Accad. Naz.» XL, (4) II (1960), pp. 11-5] ha registrato calma assoluta in appena il 4% dei giorni di osservazione. Durante la stagione invernale dominano i venti settentrionali, che nelle altre stagioni dell’anno lasciano spazio, senza mai cessare del tutto, a quelli provenienti dagli altri quadranti. Il periodo estivo è quello che conta maggior il numero di giornate di calma. I venti più frequenti sono il Maestrale, il Grecale, lo Scirocco e il Libeccio. A proposito dell’importanza del vento a Lampedusa vale quanto riportato da Calcara [cfr. P. Calcara, Rapporto del viaggio scientifico eseguito nelle isole di Lampedusa, Linosa e Pantellaría, ed in altri punti della Sicilia, Stamp. R. Pagano, Palermo 1846]: “siccome l’isola trovasi continuamente battuta dai venti perché piana, gli alberi quantunque di lor natura tendono ad ascendere perpendicolarmente i loro fusti, pure sono impediti a prendere la naturale direzione per la furia dei venti più predominanti”. Oltre che per la costanza, i venti delle Pelagie spiccano anche per la loro intensità: in certi casi essi raggiungono la velocità di 100 Km/h, causando vere e proprie burrasche. Per la conformazione di Lampedusa, l’effetto dei venti più violenti, provenienti da NW-N-NE (IV e I quadrante), è piuttosto ridotto: le pareti scoscese della sua costa settentrionale, costituiscono un ostacolo pressoché insormontabile, anche se tutte le superfici rocciose che si affacciano su quel versante ospitano una vegetazione bassa e rada dalla chiara impronta marittima e nel corso dell’anno ricevono certamente enormi quantità di aerosol marino. In base alla classificazione di Bagnoulus & Gaussen [cfr. F. Bagnouls, H. Gaussen, Les climats biologiques et leur classification, in «Annal. Géog.», 255, 1957, pp. 193-220], il clima delle Pelagie viene definito xero-termomediterraneo, mentre secondo quelle proposte da Rivas-Martinez et alii [cfr. S. Rivas-Martìnez, J.C. Bascones, T.E. Dìaz, F. Fernàndez-Gonzalez, J. Loidi, 1991. Vegetaciòn del Pirineo occidental y Navarra, in «Itinera Geobot.», 5, 1991, pp. 5-456] rientra nel piano inframediterraneo [cfr. S. Brullo, F. Scelsi, G. Siracusa, G. Spampinato, Caratteristiche bioclimatiche della Sicilia, in «Giorn. Bot. Ital.», 130 (I), 1996, pp. 177-85.]».

canzoni, racconti, documenti, multimedia

sull'isola di Lampedusa.

 

Il figlio di Abele
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