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Capitolo II

LA DISTRUZIONE DELLA «NATURA»

2.1 Premessa

 

“Noi siamo parte di questa terra”

Cervo Zoppo

 

 

La distruzione del patrimonio naturalistico di Lampedusa si inserisce, è ovvio ma voglio ribadirlo, nel processo più ampio della distruzione e dell'inquinamento del pianeta. L'uomo europeo ha imposto al resto del mondo, o meglio al resto del potere mondiale, un rapporto con la “natura” che si basa sullo sfruttamento delle risorse al fine di accumulare capitale. Ogni cosa è divenuta merce.

Il rapporto tra l'essere umano e ciò che lo “circonda”, compreso il rapporto tra essere umano ed essere umano, sono basati in primo luogo sullo sfruttamento ai fini di estrarre un profitto di tipo economico, quasi sempre nel minor tempo possibile e senza prendere in considerazione le conseguenze. Per questo nell'analizzare la distruzione del patrimonio naturale di Lampedusa mi soffermerò anche sulle principali attività economiche e produttive dell'isola e sullo sfruttamento delle risorse in un quadro più ampio; ciò ci condurrà a guardare, più avanti, alla trasformazione dell'isola in una frontiera militarizzata come ad un processo coerente con le esigenze del capitale internazionale. Recentemente la questione del surriscaldamento globale ha ricevuto una grande attenzione da parte delle istituzioni e dei cittadini di tutto il mondo, il tema è stato mediaticizzato e sovraesposto utilizzando figure come Alexandria Ocasio Cortes o Greta Thunberg. Quest'ultima è divenuta in pochissimo tempo un’icona mondiale, acclamata dalle masse e invitata a parlare nelle sedi del potere mondiale, sostenuta dai personaggi dell’economia e della politica che hanno architettato il cosiddetto Green New Deal. La ricercatrice e attivista climatica canadese Cory Morningstar e lo storico e ricercatore economico F. William Engdahl, hanno pubblicato alcuni post e articoli che hanno messo in luce gli interessi economici che si celano dietro il grande rumore mediatico sul clima e l’ambiente:

 

Nel febbraio 2019, a seguito di un discorso alla Commissione europea a Bruxelles di Greta Thunberg, l'allora presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, dopo aver baciato galantemente la mano di Greta, sembrava essere passato all'azione reale. Ha detto a Greta e alla stampa che l'UE dovrebbe spendere centinaia di miliardi di euro per combattere i cambiamenti climatici nei prossimi 10 anni. Juncker ha proposto che tra il 2021 e il 2027, "ogni quarto di euro speso nell'ambito del bilancio dell'UE andrà in azioni per mitigare i cambiamenti climatici". Ciò che l'astuto Juncker non ha detto è che la decisione non aveva nulla a che fare con l'appello del giovane attivista svedese. Era stato realizzato in collaborazione con la Banca mondiale un anno intero prima, il 26 settembre 2018, al vertice di One Planet, insieme a Banca mondiale, Fondazioni di Bloomberg, Forum economico mondiale e altri. Juncker aveva abilmente usato l'attenzione dei media data alla giovane svedese per promuovere la sua agenda sul clima. Il 17 ottobre 2018, giorni dopo l'accordo dell'UE al vertice di One Planet, l'UE di Juncker ha firmato un memorandum d'intesa con Breakthrough Energy-Europe in cui le società membri di Breakthrough Energy-Europe avranno accesso preferenziale a qualsiasi finanziamento. Tra i membri di Breakthrough Energy vi sono Richard Branson di Virgin Air, Bill Gates, Jack Ma di Alibaba, Mark Zuckerberg di Facebook, Bin Talal di Prince Al-waleed, Ray Dalio di Bridgewater Associates; Julian Robertson del gigante degli hedge fund, Tiger Management; David Rubenstein, fondatore Carlyle Group; George Soros, Presidente Soros Fund Management LLC; Masayoshi Son, fondatore di Softbank, in Giappone.1


 

Oltre le connessioni evidenti tra i giganti del capitalismo globale e le recenti campagne mediatiche sull’ambiente e sul surriscaldamento del pianeta che qualcuno vorrebbe cestinare come complottismo, vi è un punto della questione che mi preme qui mettere in discussione e cioè il rapporto tra produzione e consumo. Nel discorso dominante si sposta l’attenzione sul consumo, su come le abitudini dei consumatori possano avere un ruolo determinante nel migliorare le condizioni climatiche e ambientali; molto meno frequentemente viene invece messa in discussione la questione fondamentale, ovvero il sistema di produzione delle merci. Non è la qualità del consumo che modifica la produzione ma è esattamente il contrario. Anche se domani cambiassero le abitudini dei consumatori il sistema della produzione si baserebbe sempre sullo sfruttamento delle risorse e dei lavoratori. Anche se tra qualche anno ci saranno zero emissioni il problema del rapporto tra produzione e sfruttamento non cambierebbe di una virgola ed è questo il nodo centrale anche rispetto alle questioni ambientali. La produzione delle merci e anche dei servizi va letta nel contesto neoliberista che trasforma ogni aspetto della nostra vita in valore di scambio, un valore virtuale che si materializza sotto forme come il denaro o l’oro. È illuminante, in questo senso, un passaggio dello splendido libro di Edoardo Galeano, Le vene aperte dell'America Latina:

A colpi di spada e d'archibugio e accompagnati dal soffio della peste i pochi e implacabili conquistatori dell'America avanzavano. Lo raccontano le voci dei vinti. Dopo l'eccidio di Cholula, Montezuma invia i suoi messaggeri a Hernan Cortes che avanza verso la valle del Messico. E i messaggeri regalano agli spagnoli collane d'oro e vessilli di piume di quetzal. I messaggeri di Montezuma portano collane d'oro e vessilli di piume dando ad entrambe un valore simile ma gli spagnoli «godevano come scimmie sollevavano l'oro e si sedevano in atteggiamento di piacere, come si rinnovasse e s'illuminasse loro il cuore. Quel ch'è sicuro è che lo bramano con grande sete. Il loro corpo si gonfia, ne hanno fame furiosa. Come porci affamati bramano l'oro», dice il testo nahuatl conservato nel Codice fiorentino. Più tardi. Quando Cortes giunge a Tenochtitlan, la splendida capitale azteca, gli spagnoli entrano nella casa del tesoro «e poi fecero una gran palla d'oro e diedero fuoco, incendiarono, appiccarono fiamme a tutto ciò che restava, per prezioso che fosse: e così tutto bruciò. In quanto all'oro, gli spagnoli lo ridussero in barre».2

 

Tutto si livella e si traduce in unità seriale dove non resta posto per la differenza. Tutte le forme diventano un'unica sostanza e tutte le sostanze trattenute nelle diverse forme, un'unica forma: la barra, il lingotto con il suo peso. Tutti i bisogni del genere umano vengono ridotti al solo bisogno del denaro «il bisogno del denaro è il vero bisogno prodotto dall'economia politica, il solo bisogno che essa produce»3. Questa trasformazione permea ogni aspetto della vita ed è totalizzante. «È la vita concreta di tutti che si è degradata in universo speculativo»4, questo universo virtuale, per avverarsi di continuo, si nutre della frammentazione, dell'idea che noi siamo scollegati da tutto il resto e formiamo dei segmenti a sé stanti che si relazionano con altri segmenti, separati e distanti nello spazio e nel tempo. Serge Latouche, ne La sfida di Minerva, traccia la differenza tra razionalità “occidentale” e ragionevolezza mediterranea e racconta una storia che dà il senso del pregiudizio “occidentale” sul valore. La sintetizzo e la rielaboro cosi: Un turista americano in vacanza salì su una montagna sudamericana e li vide un artigiano che stava costruendo una sedia meravigliosa. Il turista chiese quanto costasse la sedia e l'artigiano fece un prezzo. Allora il turista seguendo la razionalità economica disse di volere acquistare sei sedie uguali convinto che il prezzo delle sedie si sarebbe abbassato. L'artigiano fece un prezzo più alto di quello previsto dal turista che rispose che per logica più merce si ordina più scende il prezzo delle unità. Ma l'artigiano non era interessato e il turista non riusciva a capire come mai l'artigiano si era impuntato a non volere abbassare il prezzo anzi la cifra proposta dall'artigiano aveva addirittura fatto salire il prezzo delle sedie. Prima di andare via l'americano chiese la motivazione di tanta ostinazione e l'artigiano rispose «Ma a me la noia di costruire sei sedie uguali chi me la paga?». Questa riduzione del tutto ad un unico valore si contrappone e oscura la coscienza di fare parte di un Unico vivo e in trasformazione, comunicante, indivisibile, contraddittorio in cui il valore non è mai uguale a se stesso.

 

Se tutte le bestie sparissero, l'uomo morirebbe di una grande solitudine nello spirito. Poiché ciò che accade alle bestie prima o poi accade anche all'uomo. Tutte le cose sono legate tra loro. Dovrete insegnare ai vostri figli che il suolo che essi calpestano è fatto dalle ceneri dei nostri padri. Affinché i vostri figli rispettino questa terra, dite loro che essa è arricchita dalle vite della nostra gente. Insegnate ai vostri figli quello che noi abbiamo insegnato ai nostri: la terra è la madre di tutti noi. Tutto ciò che di buono arriva dalla terra arriva anche ai figli della terra. Se gli uomini sputano sulla terra, sputano su se stessi. Noi almeno sappiamo questo: la terra non appartiene all'uomo, bensì è l'uomo che appartiene alla terra. Questo noi lo sappiamo. Tutte le cose sono legate fra loro come il sangue che unisce i membri della stessa famiglia. Tutte le cose sono legate fra loro. Tutto ciò che si fa per la terra lo si fa per i suoi figli. Non è l'uomo che ha tessuto le trame della vita: egli ne è soltanto un filo. Tutto ciò che egli fa alla trama lo fa a se stesso.

 

 

Questa lettera attribuita al capo indiano Seattle che per anni è stata citata e utilizzata come manifesto ecologico in realtà è un falso, la cui origine e il cui sviluppo vengono esaminati in un documentato articolo di Sandra Busatta5 a cui rimando per un approfondimento. La lettera fa parte di un documentario TV sulla foresta pluviale della Costa Nordovest degli Stati Uniti sceneggiato da un certo Ted Perry, prodotto per la TV da una chiesa protestante la Southern Baptist Convention (quella dell'ex presidente Clinton) e mandato in onda nel 1972. Questo è un esempio lampante di come il capitalismo riesca a fagocitare e rimettere sul Mercato per i propri scopi anche le posizioni apparentemente più lontane dalla logica del profitto e dello sfruttamento, vale per gli attuali movimenti ambientalisti quanto per le rappresentazioni di stampo coloniale sulle tribù dei “nativi americani” che il cinema, la letteratura, il teatro dei “bianchi” hanno prodotto. Non è un caso che il discorso del capo Seattle sia stato citato ad esempio dal principe Filippo d'Inghilterra, Bush padre, Gore e Bill Gates e sia entrato nel Libro Verde del governo canadese. Questo non significa che nella lettera non vengano espressi concetti validi che tra l’altro fanno parte del bagaglio teorico di molte dottrine mistiche, religiose e filosofiche. Dal testo emerge l’idea che che ogni parte è collegata con il resto delle parti che insieme formano un unico corpo. Questa concezione dei rapporti tra gli esseri trova conferma nelle scoperte della fisica quantistica che dimostrano come la distanza e la separazione tra i corpi sia in realtà un'illusione dovuta al limite delle nostre percezioni.

 

 

L'entanglement fa a pezzi tutte quelle concezioni della realtà che ci siamo costruiti sulla base della nostra abituale esperienza sensoriale. Queste nozioni di realtà si sono così fortemente consolidate nella nostra psiche che anche il maggior scienziato del XX secolo, Albert Einstein, si è lasciato fuorviare da queste nozioni di senso comune, tanto da ritenere che la meccanica quantistica fosse una teoria "incompleta", a causa della sua incompatibilità con elementi che credeva fossero parte della realtà. Einstein era convinto che un evento che accade in un punto non possa mai essere correlato in modo diretto e istantaneo con un evento che accade in un punto distante. Per capire, o anche semplicemente per accettare l'entanglement e gli altri fenomeni quantistici a esso associati, dobbiamo innanzitutto ammettere che le nostre concezioni della realtà nell'universo sono inadeguate. L'entanglement ci insegna che la nostra esperienza quotidiana non ci fornisce la capacità di capire la natura di ciò che accade nel micromondo, mondo di cui non possiamo avere esperienza diretta.6

 

Il fenomeno dell'entanglement, dall’inglese to entangle, “impigliare, intricare”, fu ipotizzato da Erwin Schrödinger nel 19267. Nel 1982 il fisico Alain Aspect guidò una equipe di ricerca della Università di Parigi per una serie di sofisticati esperimenti. In tale occasione si scoprì che date due particelle che hanno interagito per un certo periodo e successivamente separate, quando una delle due viene sollecitata in modo da modificarne lo stato, in maniera istantanea si manifesta sulla seconda un’analoga sollecitazione, a qualunque distanza si trovi rispetto alla prima. Nell’esperimento, un atomo di calcio venne eccitato producendo una coppia di fotoni correlati che presero a muoversi lungo uno stesso piano ma in sensi vettoriali opposti. In uno dei due percorsi in maniera casuale venne inserito un cristallo birifrangente, che poteva deviare o far passare in maniera indisturbata il fotone con il 50% di possibilità. Agli estremi dei due percorsi era posto un rivelatore di fotoni. Nel percorso in cui era stato inserito il Cristallo Bifrangente si produsse una deviazione del fotone nella direzione del rilevatore ed in maniera spontanea e istantanea l’altro fotone deviava verso il corrispettivo rilevatore. Praticamente l’atto di inserire il Cristallo Birifrangente con la conseguente deviazione del fotone 1 faceva istantaneamente, e a distanza, deviare il fotone 2. Nel 1998 il fenomeno dell’entanglement è stato definitivamente confermato dalla riuscita di un esperimento sul teletrasporto, effettuato dall'Institute of Technology (Caltech) di Pasadena, in California8.

Scomponendo sempre di più la materia si è arrivati a prendere coscienza che gli atomi sono costituiti per la maggior parte da vuoto e che la vibrazione sia alla base delle relazioni tra la materia. Tanto è stretto il legame tra vibrazione e materia che nell’infinitamente piccolo rimane difficile separarle. In tutte le religioni ci sono riferimenti alla vibrazione-suono come principio della materia. Max Plank, premio Nobel per la fisica nel 1918 e padre della fisica quantistica, affermava:

 

Avendo consacrato tutta la mia vita alla Scienza più razionale possibile, lo studio della materia, posso dirvi almeno questo a proposito delle mie ricerche sull'atomo: la materia come tale non esiste! Tutta la materia non esiste che in virtù di una forza che fa vibrare le particelle e mantiene questo minuscolo sistema solare dell'atomo. Possiamo supporre al di sotto di questa forza l'esistenza di uno Spirito Intelligente e cosciente. Questo spirito è la ragione di ogni materia.9

 

Alcune ipotesi identificano questa forza con il pensiero. Il cosmo sarebbe frutto di un pensiero di cui noi siamo allo stesso tempo parte e tutto, riceventi e donatori, primo piano e sfondo. Se questa concezione del cosmo diventasse comune, i rapporti tra l'essere umano e ciò che lo circonda si modificherebbero immediatamente. Ad oggi però siamo molto lontani dall'incarnare questa verità. Si potrebbe dire che siamo Verità senza coscienza di sé. Nel film Matrix si dà una lettura distopica di questo nostro “brancolare nel buio”, una lettura che restituisce il senso degli attuali rapporti del genere umano “occidentalizzato” con il resto di ciò che lo circonda: rapporti di sfruttamento, di distruzione ed egoismo. Nella scena in cui decide di tradire i suoi compagni e tornare ad un mondo fatto di illusioni e oblio, mentre mangia una bistecca al sangue, Cypher dice all'Agente Smith:

 

Sai, io lo so che questa bistecca non esiste. So che quando la metterò nella mia bocca la matrice - The Matrix- il sistema di controllo, sta dicendo al mio cervello che è gustosa e deliziosa. Ho capito dopo nove anni che l'ignoranza è una beatitudine.

 

L'ipotesi che la realtà che noi viviamo sia illusoria e che la materia sia in realtà la proiezione di Vibrazione-Pensiero, non cambia in alcun modo il giudizio sul rapporto tra uomo e natura, anzi lo conferma in maniera più profonda. In questo senso ci si dovrebbe interrogare su ciò che influenza i pensieri e quale siano i rapporti tra pensieri, desideri e volontà, in definitiva quale sia il ruolo della politica e quello del Mercato nel condizionare i rapporti tra gli esseri a tutti i livelli: di pensiero, di vibrazione, di sfruttamento e in che modo questi rapporti pongano degli ostacoli al superamento della frammentazione. E ancora bisogna chiedersi se il reale non possa essere un'altra illusione visto che ciò che io chiamo illusione (la nostra percezione del reale) ci appare reale.

 

Nel romanzo di Jules Verne, Dalla terra alla luna, Michele Ardan, nel suo discorso programmatico dice liricamente che «lo spazio non esiste, perché gli astri sono talmente vicini gli uni agli altri che si può pensare l'universo come un tutto solido, le cui reciproche distanze possono paragonarsi alle distanze esistenti fra le molecole del metallo più compatto come l'oro e il platino». Il Borgese, sulle tracce di Eddinton, ha capovolto il ragionamento del Verne e sostiene che la «materia solida» non esiste, perché il vuoto nell'atomo è tale che un corpo umano, ridotto alle parti solide, diverrebbe un corpuscolo visibile solo al microscopio. E' la «fantasia» di Verne applicata alla scienza degli scienziati e non più a quella dei ragazzi. (Il Verne immagina che nel momento in cui l'Ardan espone la sua tesi. Maston, una delle figurette con cui rende arguti i suoi libri, nel gridare con entusiasmo «Sì, le distanze non esistono!» stia per cadere e provare così, sulla sua pelle, se le distanze esistono o no)10.

 

Credo che le distanze non esistano ma che noi le percepiamo e le subiamo come se esistessero, il che riduce la distanza tra ciò che definiamo reale e ciò che definiamo non reale. Prima di andare a stringere su Lampedusa occorre fare un'altra precisazione e mi servirò ancora del lucido pensiero di Gramsci per essere più preciso:

 

Occorre intanto fissare che non si può parlare di «natura» come di alcunché di fisso, immutabile e oggettivo. Ci si accorge che quasi sempre «naturale» significa «giusto» e «normale» secondo la nostra attuale coscienza storica: ma i più non hanno coscienza di questa attualità determinata storicamente e ritengono il loro modo di pensare eterno e immutabile. Si osserva presso alcuni gruppi fanatici della «naturalità» questa opinione: azioni che alla nostra coscienza appaiono «contro natura» sono per essi «naturali» perché compiute dagli animali e non sono gli animali «gli esseri più naturali del mondo»? Questa opinione si sente espressa in certi ambienti frequentemente a proposito di soprattutto di questioni connesse ai rapporti sessuali. Per esempio: perché l'incesto sarebbe «contro natura» ? Intanto anche tali affermazioni sugli animali non sempre sono esatte, perché le osservazioni sono fatte su animali addomesticati dall'uomo per il suo utile e costretti a una forma di vita che per gli animali stessi non è «naturale», ma è conforme ai fini dell'uomo. Ma se fosse anche vero che certi atti si verificano tra gli animali, che significato avrebbe ciò per l'uomo? Perché dovrebbe derivarne una norma di condotta? La «natura» dell'uomo è l'insieme dei rapporti sociali che determina una coscienza storicamente definita: questa coscienza solo può indicare ciò che è «naturale» o «contro natura». Inoltre: l'insieme dei rapporti sociali è contraddittorio in ogni momento ed è in continuo svolgimento, sicché la «natura» dell'uomo non è qualcosa di omogeneo per tutti gli uomini in tutti i tempi. […] Constatato che, essendo contraddittorio l'insieme dei rapporti sociali non può non essere contraddittoria la coscienza degli uomini, si pone il problema del come si manifesti tale contraddizione e del come possa essere progressivamente ottenuta l'unificazione[...].11

 

In questa prospettiva l'acqua, l'aria, la terra e tutti gli altri elementi e gli esseri assumono una valenza simbolica, oltre che di corpo a cui noi apparteniamo; un simbolico che però incarna, traduce e vivifica ciò che rappresenta, ciò che deve essere svelato. Questo a partire dai chiarimenti che ci fornisce Gramsci assume anche una sua precisa connotazione storica e credo che in questo momento preciso vi sia la necessità storica che il genere umano cerchi un'armonia con ciò che lo circonda e che chiamo “natura”. Se una tale necessità non venisse soddisfatta si rischia di portare all'estinzione lo stesso genere umano il che non è detto che sia necessariamente un male. Cercherò di fare una carrellata sullo stato di salute del pianeta analizzando proprio questa superficie di senso, questo affiorare di Verità che abbiamo a disposizione attraverso il limite dei nostri sensi per riprendere il filo del discorso su Lampedusa cercando poi di tornare sulla piccola isola per scoprirne le particolarità.

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1F. William Engdahl, Climate and the Money Trail, pubblicato il 25/09/2019 su www.williamengdahl.com.

2E. Galeano, Le vene aperte dell'America Latina, Sperling & Kupfer, Milano, 1997, p. 23.

3K. Marx, Manoscritti economico-filosofici del 1844, Torino, Einaudi, 1968, p. 127.

4G. Debord , La società dello spettacolo, Massari editore, Bolsena, 2002, p. 48.

5S. Busatta, Santini ecologisti. L'invenzione del "discorso" del Capo Seattle, http://www.kelebekler.com/occ/seattle1.htm .

6A. D. Aczel, Entanglement. Il più grande mistero della fisica, Raffaello Cortina, Milano, 2004.

7Il termine entanglement viene usato da Schrödinger solo nel 1935 nella recensione dell'articolo di Einstein, Podolsky e Rosen (EPR). Cfr. E. Schrödinger, Proceedings of the Cambridge Philosophical Society, 1935, 31, p. 555: «Quando due sistemi, dei quali conosciamo gli stati sulla base della loro rispettiva rappresentazione, subiscono una interazione fisica temporanea dovuta a forze note che agiscono tra di loro, e quando, dopo un certo periodo di mutua interazione, i sistemi si separano nuovamente, non possiamo più descriverli come prima dell'interazione, cioè dotando ognuno di loro di una propria rappresentazione».

8Cfr. G. Callisesi, Il teletrasporto quantistico: principi quantomeccanici ed esperimenti, Tesi di Laurea, Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, Scuola di Scienze, Dipartimento di Fisica e Astronomia, Corso di Laurea in Fisica, Anno accademico 2015/2016, p. 67: «Nel 1998 un gruppo di ricercatori coordinati da Jeff Kimble, del California Institute of Technology, è riuscito a teletrasportare con successo la ”compressione” da un fascio di luce ad un altro. Il loro esperimento segue essenzialmente le linee guida dei primi esperimenti di teletrasporto, traducendole però nel linguaggio degli stati di luce compressi».

9M. Palck, La natura della materia (The essence/Nature/Character of Matter). Da un discorso tenuto a Firenze nel 1944. Cfr. Archiv zur Geschichte der Max-Planck-Gesellschaft, Ab. Va, Rep. 11 Planck, Nr. 1797.

10A. Gramsci, Quaderni del Carcere, Edizione Critica a cura di V. Gerratana, Einaudi, Torino 1975, Q 11, § 68, 1506.

11A. Gramsci, Q 16, §12, 1874-5.

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